E poi non resta tempo per raccontare di me i riflettori ormai si sono spenti,e il pubblico non c'è E l'eco delle voci e degli applausi sfuma un pò di autografi, e qualcuno sa dove si cena Ho raccontato storie, confezionato bugie verissime e sincere le ho rubate oppure sono mie. Hai visto quanta gente, ho visto sì ma forse erano qui per uno che si chiama Marco come me, e veste come me e ride come me, si prende la ribalta ed il calore come se la vita vera poi non riguardasse lui e me la lascia lì buttata fuori dal teatro e neanche sale con me in macchina. E non gli fa paura il tempo che è passato e non s'incazza se gli dicono non sei cresciuto non si è mai domandato cosa farà domani se le parole arriveranno per altre canzoni. Invece io ci penso quando rimango solo in camere d'albergo presto che perdiamo il volo. Ed in quest'altra città lo incontrerò stasera c'è il manifesto di uno che si chiama Marco come me E parla come me, si muove come me guarda una ragazza ed un ragazzo come se quella felicità mentre cantano con lui bastasse a riscaldare un camerino freddo quando mano nella mano vanno via. La macchina è già pronta, ci salgo e metto in moto ed inseguo ancora uno che si chiama Marco come me.