"Come ti chiami?". "Ve l'ho già detto". "Ripeti ancora, non ho capito". "Sono Rossini, iscritto al partito, sor commissario, mi conoscete". "Confessa allora, tu l'hai colpito, non mi costringere a farti del male, tu sai benissimo, conosco dei mezzi che anche le tombe fanno parlare". "Sor commissario, i vostri mezzi sono due ore che li sopporto e se volete vedermi morto continuate pure così". Aveva solo un vestito da festa, se lo metteva alle grandi occasioni; a lui gli dissero: domani ai padroni gliela faremo, faremo pagar. E l'indomani, quando era già l'alba, apri l'armadio e il vestito si mise, guardo allo specchio e la faccia sorrise, guardo allo specchio e si disse di sì. E andò alla fabbrica ed erano in mille, tutti gridavano l'odio e il furore; forse Giovanna il vestito vedeva in quella folla fra tanto colore. "Ti han visto tutti, tu sei finito, c'è anche del sangue sul tuo vestito: quei cinque uomini che sono morti sulla coscienza li hai anche tu". "Sor commissario voi lo sapete quali che sono i veri assassini, quelli al servizio degli aguzzini che questa vita ci fanno fare. E questo sangue che ho sul vestito è solo il sangue degli innocenti che protestavano perchè fra i denti solo ingiustizia hanno ingoiato". Aveva solo un vestito da festa, se lo metteva alle grandi occasioni; a lui gli dissero: domani ai padroni gliela faremo, faremo pagar. Ma l'hanno visto con un sasso in mano che difendeva un ragazzo già morto, ma quel che conta è che a uno di loro un sampietrino la testa sfasciò. Ed ha scontato vent'anni in prigione perchè un gendarme s'è rotto la testa; ormai Giovanna ha tre figli, è in pensione, chissà se ha visto il vestito da festa ormai Giovanna ha tre figli, è in pensione, chissà se ha visto il vestito da festa.