Quant’è lontana l’Ungheria Ma poi che differenza fa? Non c’è una patria che sia mia E tanto vale stare qua. Le danze, i canti, l’avventura, l’accampamento, la tribù non sono che letteratura a cui nessuno crede più. Solo la musica è rimasta La stessa di cent’anni fa, è un male fisso nella testa che mai nessuno guarirà. Un uomo libero, deluso E schiavo della civiltà, ritrova al piano, ad occhi chiusi, il gusto della libertà. E se nessuno sta a sentire, meglio così, suono per me, il privilegio di capire è per chi è come me. Ma non tutto ciò che al mondo esiste Forse mai ti darà Il pianto allegro, il vino triste, che questa musica ti dà. Solo la musica rimane, anche infedele come è, la grande apolide che viene in capo al mondo insieme a me. Di tante idee che ho rinnegato E amore senza verità, di tanti errori che ho pagato, resta la musica con me.