Caro amico, ti ricordi quando andavo a lavorare, E pensavo di potermi già sposare, E Marisa risparmiava per comprarsi il suo corredo, E mia madre l'aiutava a preparare; Ed invece di sposarci tra gli amici ed i parenti, L'ho sposata l'anno dopo per procura, Perché chiusero la fabbrica e ci tolsero il lavoro E ci resero la vita molto dura. Noi ci unimmo e poi scendemmo per le strade per lottare, Per respingere l'attacco del padrone; Arrivati da lontano, poliziotti e celerini Caricarono le donne col bastone; Respingemmo i loro attacchi con la forza popolare, Ma, convinti da corrotti delegati, Ci facemmo intrappolare da discorsi vuoti e falsi, E da quelli che eran stati comperati. E mi viene da pensare che la lotta col padrone È una lotta tra l'amore e l'egoismo, È una lotta con il ricco, che non ama che i suoi soldi, Ed il popolo che vuole l'altruismo; E non contan le parole che si possono inventare, Se ti guardi intorno scopri il loro giuoco: Con la bocca ti raccontano che vogliono il tuo bene, Con le mani ti regalan ferro e fuoco.