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L'Estraneo (Infiniti Ritorni)

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  • 1978.01.01
  • 5:52
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歌詞

Lontano, lontano Qualcuno mi darà la mano Lontano, lontano... Dai dottori di Smirne ho imparato Il triangolo e il libro della vita Scorreva piano fra le dita; Coi mercanti di Tebe ho giocato Tutti i sensi di scacchi e di pedine Coi chicchi bianchi e le palline; E dai profughi celti ho visto segni Per capire le stelle e aprire un velo E far salire menhir al cielo. Sotto i portici di Toledo Ho preso un bimbo sero per la mano E mi portavano lontano i suoi occhi; E correvo nelle mille sere, Con i dadi fermi nel bicchiere E intorno amore, amore, amore, amore... E in un attimo di Granada Ho ucciso per due volte uno stesso uomo E non chiedevano perdono i suoi occhi... E correvo nelle mille sere, Con i dadi fermi nel bicchiere E intorno amore, amore, amore, amore... E il mio vecchio che sa la verità Guarda il tramonto dalla collina: Da qualche punto lontano Suo figlio tornerà. E ho imparato le mille posizioni Fra le gambe di donne e di bambini Le loro bocche come fiori E ho giocato le cento rivoluzioni La mia rabbia e le cento delusioni Che son mille e son tante E son belle e son sante il giorno dopo. E provai ogni droga più che vino, Il linguaggio del bruco e l'assassino E a saper tutto senza parole. E in una sera di Gerusalemme Dal vecchio ebreo che contrattava gemme Ho visto un dio che mi veniva incontro E ho provato tutto per scappare, Ma lui insisteva: "Dài, fatti salvare, Ho tanto amore, amore, amore...". E in un cortile di Gerusalemme Che aveva scelto lui da chissà quanto Mi abbracciò e baciò e stava delirando, E aver capito tutto in un istante Fu come morir le morti tutte quante E non volere essere più niente, niente, niente... E il mio vecchio che sa la verità Guarda il tramonto dalla collina: Da qualche punto lontano Suo figlio tornerà.

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