E poi fu la notte e il giorno e l'aria, il sole, la vita Genesi oscura di un seme, fermento di forza infinita E il passero spiega le ali appena scaldate dal sole Si innalza a guardare lontano e aquila fu la sua prole Costretto a vincere il tempo e le fiere Per sopravvivere osasti l'ignoto Creasti il mito e le dolci chimere per rendere tutti i giorni di vuoto Il mito creato da te contro i forti per dare agli oppressi il riparo dai torti Scopristi le terre ignorate per dare più spazio ai fratelli Scalasti le vette dell'arte Volasti assieme agli uccelli Salisti più in alto nel cielo cercando altri mondi lontani Rompesti sempre quel velo violando gli spazi più arcani Fu uomo chi diede la vita al progresso Fu uomo chi vinse con piccola forza Fu uomo chi seppe combatter se stesso Fu uomo chi ruppe la ruvida scorza che copre l'amore, che cambia gli istinti Spezzando gli spazi dai loro dipinti E l'uomo creò un altro uomo generando da sempre se stesso Regalando ai suoi figli quel dono che divenne man mano il progresso E mettesti la macchina in moto, non sapendo che cosa facevi Come il mago che sfida l'ignoto, innocente perché non sapevi...